Cerca nel blog

2006/03/20

Antibufala: Eolo, auto ad aria compressa o auto ad aria fritta?

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “appiani” e “filippoconc***”. L'articolo è stato aggiornato estesamente dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2017/11/09 21:30.

Circolano da moltissimo tempo (oltre un decennio) appelli diffusi tramite e-mail che parlano di Eolo, un'auto ad aria compressa che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato automobilistico con il suo sistema di propulsione ultraecologico ma che è misteriosamente scomparsa dalla scena. C'è chi ipotizza complotti da parte di chi non avrebbe interesse a liberarci della dipendenza dal petrolio.

Ecco un esempio di testo di uno di questi appelli, datato 2006. Ho evidenziato in grassetto i concetti salienti.

Notizia del 28 febbraio 2006 - 14:49
L'auto ad aria è... volata via
Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?

di: Ruggine

VIVAMO IN UN MONDO DOVE DEI BASTARDI CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E' IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA QUESTA DEVE DAVVERO FARE IL GIRO DEL MONDO!

Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare, fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.

Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di 110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano. Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.

Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.

Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.

Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice.

Qualcuno l'ha mai vista in Tv?

Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.

Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie.

Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita.

Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.

A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola, hanno usato Internet per far circolare informazioni.

Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.

Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto. I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.

Oggi si parla, forse della prima metà del 2006...

Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.

La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati. Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio, che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza. Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che "l'informazione" ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo....

invece delle inutili catene di S. Antonio, facciamo girare queste informazioni!!!
LA GENTE DEVE SAPERE!!!!!!!

Link utili (ci sono anche video da scaricare): http://www.eoloenergie.it/html/ita.html

La fonte originale di questa versione dell'appello pro-Eolo è il blog di Ruggine di febbraio 2006, ma non è Ruggine la persona che (come dice l'appello) si è messa in lista d'attesa per acquistare Eolo. Ruggine ha infatto copiato pari pari il testo di un articolo che circola in Rete almeno da giugno 2005 ed è firmato da Marco Pagani. L'originale dell'articolo di Pagani è su Arengario.net. Ecco cos'altro ho trovato con una rapida ricerca in Rete.

Il progetto Eolo è reale: per esempio, CNN riporta un breve articolo datato 23 gennaio 2004, nel quale si cita “l'inventore Guy Negre, che nel sud della Francia afferma di aver sviluppato un'auto che va ad aria” e raggiunge le 70 miglia orarie (circa 112 km/h) e rimanda ad Aircaraccess.com. Negre dichiara nell'articolo di avere oltre 30 brevetti su questa tecnologia. Una ricerca all'Ufficio Brevetti Europeo trova circa un centinaio di brevetti a nome di Negre, molti dei quali riguardano l'uso dell'aria compressa per la propulsione.

Anche il Corriere della Sera ne ha parlato a gennaio 2002, indicando che

la Eolo Italia ha in programma di avviare in primavera il primo stabilimento, che avrà sede a Rieti e che sarà in grado di produrre circa 8.000 veicoli all'anno. A questo saranno poi affiancate altre nove fabbriche di cui sono già state individuate le località: Carini (Palermo), Candela (Foggia), Tito (Potenza), L'Aquila, Narni (Terni), San Giorgio di Nogaro (Udine), Broni (Pavia), Ostellato (Ferrara), Ferentino (Frosinone).

Vi sono inoltre moltissimi siti che parlano del progetto, come EcPlanet, che dichiara per Eolo un'autonomia di “200 km alla media di 60 km/h (oppure 10 ore di utilizzo in città)” e segnala che “La Eolo entrerà in produzione quest'anno (2003) e sarà assemblata a Broni, nell'Oltrepò pavese”. Tuttavia l'articolo risale appunto al 2003 e non mi risulta che a Broni sia in corso alcun assemblaggio. Chi è sul posto potrebbe andare a controllare e segnalarmi i risultati della sua indagine in loco.

L'idea, di per sé, teoricamente non è campata... per aria: secondo Aircaraccess.com, i locomotori ad aria compressa venivano usati ampiamente nelle miniere, luogo dove i gas di scarico dei motori normali sarebbero stati fatali. Tecnologicamente, insomma, non si tratterebbe di un principio basato su una bufala.

Quello che invece è meno chiaro è quanto funzioni davvero la versione di questa tecnologia inventata da Negre. Quattroruote.it è lapidario in un articolo di luglio 2005, che cita recensioni anche nel 2001:

Da qualche giorno gira via e-mail l'ennesima catena di sant'Antonio. Questa volta non si tratta di un caso-umano, ma della "Eolo" (nella foto), l'auto ecologica spinta da un motore ad aria compressa. Su "Quattroruote" ne abbiamo parlato ampiamente (sui fascicoli di dicembre 2001, aprile 2002 e gennaio 2003), ma il tam tam di questi giorni ha riportato alla luce questo progetto... L'innovativa ed economica "Eolo", voluta dall'ex ingegnere di Formula 1 Guy Negre, ha avuto alcuni problemi legati ai costi di sviluppo dei prototipi: già nel 2002 la MDI (società che avrebbe dovuto produrre la vettura ecologica) aveva speso circa 15 milioni di euro per produrre qualche esemplare-laboratorio e alcuni particolari di ricambio. Ma non solo. Sul fascicolo di "Quattroruote" dell'aprile 2002 c'è una nostra piccola presa di contatto con la "Eolo", su strada: il risultato fu un breve tragitto su un'auto che, non ancora messa a punto, si fermò dopo qualche minuto a causa di una formazione di ghiaccio nel motore...

Dietro i ritardi di Eolo ci sarebbe, insomma, un problema tecnologico difficile da risolvere: per sua natura, un gas compresso, quando si espande, si raffredda. L'aria fortemente compressa nel “serbatoio” (in realtà una bombola) della Eolo, nel raggiungere il sistema di propulsione, passerebbe da qualche centinaio di atmosfere a un'atmosfera, facendo quindi congelare i tubi di alimentazione. L'umidità comunque presente nell'aria (anche se dessiccata) genererebbe ghiaccio nei tubi, ed Eolo si bloccherebbe in brevissimo tempo. Quindi l'appello sbaglia alla grande quando dice che Eolo non è soggetto a “sollecitazioni termiche o meccaniche”.

Dal punto di vista tecnico, quindi, l'estrema compressione proposta dal progetto di Negre sarebbe poco praticabile. Inoltre dal punto di vista commerciale le cose sono molto confuse.

C'è infatti una sorta di gioco al rimpallo: l'articolo di EcPlanet dice che “MDI... ha ceduto la licenza per costruzione e commercializzazione in vari paesi alla Eolo International, che ha girato per l'Italia alla Eolo Italia”. Secondo un articolo di Mybestlife.com, datato prima del 2003, l'amministratore delegato di Eolo Italia è (o era) Giuseppe Martellucci.

Alcuni articoli su Eolo portano a Motordeaire.com, che mostra video di prototipi datati 2005, racconta di riunioni di investitori di varie nazioni e nella sua FAQ spiega che “nei paesi nei quali sono state vendute le licenze di fabbricazione, si comincerà a costruire [l'auto] non appena la fabbrica madre in Francia avrà iniziato la produzione”. Solo che a quanto pare, la fabbrica madre non ha ancora iniziato questa produzione.

Sembra di capire, dai vari siti ufficiali e non ufficiali, che esista una società, la MDI (Moteur Developpement International), che concede la licenza di fabbricazione a chi è interessato. MDI ha vari siti, il principale dei quali sembra essere Mdi.lu, che si dichiara “unico sito ufficiale delle auto ad aria compressa MDI” (ma ci sono anche il già citato sito spagnolo Motordeaire.com e un sito inglese, TheAirCar.com, che offre una biografia di Guy Negre). Sta poi agli interessati investire i propri capitali per realizzare e vendere Eolo e gli altri veicoli ad aria compressa proposti dalla MDI. Anzi, MDI vende anche fabbriche complete, di cui però mostra soltanto modellini e disegni. Di certo non è esatta l'affermazione dell'appello secondo la quale “da un certo momento in poi non si hanno più notizie”.

Secondo le FAQ inglesi di TheAircar.com, “la fabbrica centrale è a Nizza (Francia), dove risiede il nostro presidente e inventore. Tutto viene fatto là e la produzione inizierà a breve. Noi a Barcellona costituiamo l'ufficio vendite principale e il nostro compito è l'espansione commerciale del progetto nel mondo, specificamente in Spagna, Portogallo, America Latina, Regno Unito e Canada”. Notate l'assenza dell'Italia.

Secondo Mdi.lu, la fabbrica francese è per l'esattezza a Carros, vicino a Nizza. L'indirizzo indicato dal sito è 3405-4ème Avenue - BP 547 - F06516 Carros. Ho provato a visitare Carros con Google Earth (43°47'29.40 N 7°12'22.67 E), ma la risoluzione nella zona è insufficiente e non ci sono i nomi delle vie: magari qualche lettore francese è più esperto di me nel reperire cartine della zona e magari anche una foto aggiornata della fabbrica.

Aggiornamento (2009/05/19): un giornalista del Guardian ha visitato la fabbrica, come descritto più avanti, per cui l'esistenza dello stabilimento è confermata.

E in Italia? Il sito Eoloauto.it citato nell'appello è vuoto; il sito Eoloenergie.it è invece ricco di comunicati stampa e video di presentazioni di un generatore (statico) ad aria compressa, alcune trasmesse anche dal TG1. Delle auto, tuttavia, non si parla, se non per dire che

La vettura sarà presentata in anteprima mondiale a Roma nel mese di Settembre [ma di quale anno?], per la commercializzazione bisognerà attendere ancora un poco. Ulteriori informazioni verranno aggiunte su questo sito... Il progetto è in fase avanzata, alcuni prototipi di nuove generazioni di motori ulteriormente migliorati sono già installati sulle vetture "TEST", si conta di avviare la produzione di serie appena saranno ultimati i test delle nuove motorizzazioni.

Eoloenergie.it appartiene alla Eolo energie SRL, via Federico Cesi 30, 00193 Roma. Il sito non fornisce alcun recapito telefonico né i nomi dei responsabili, ed è molto strano e poco professionale che un sito aziendale contenga banner pubblicitari forniti da Google. Ho chiesto una presa di contatto a Eoloenergie, ma non ho mai ricevuto risposta.

Esiste anche una Eolo Energie Aquila S.p.A., che il 20 aprile 2005 ha presentato alle autorità a L'Aquila un trattore ad aria compressa basato sulla tecnologia di Negre (come descritto in un documento PDF in francese scaricabile presso Mdi.lu). Il trattore ha fatto un giretto in sala, ma nulla più: non risulta che siano state fatte prove sul campo, per esempio facendo lavorare il trattore per una giornata.

Inoltre il sito della Eolo Energie Aquila è completamente vuoto, a parte la facciata “in costruzione”, cosa decisamente strana per un sito aziendale di una SpA. Articoli trovati in Rete ne indicano la sede: viale Crispi 28/A, L’Aquila. Se qualcuno passa da quelle parti, potrebbe dare un'occhiata e scattare una foto della sede, che pubblicherei volentieri.

---

In sintesi, per ora non sembra esserci alcun complotto per fermare un'invenzione che sarebbe già pronta per la commercializzazione: sembra invece che ci siano, più banalmente, seri problemi tecnici nel passare dall'idea (peraltro non nuova) all'attuazione pratica. A quanto mi risulta, nessuno ha mai visto Eolo viaggiare per più di qualche minuto: siamo quindi ben lontani dalle prestazioni dichiarate.

A questi problemi tecnici si abbina un approccio commerciale piuttosto confuso e fumoso, basato molto sulle promesse ma ben poco sulla sostanza.

Ci sono anche delle complicazioni giudiziarie. Secondo il Giornale Tecnologico del 5/12/2005,

[...] i soci della Eolo Auto Italia hanno perso la pazienza, e dopo aver investito circa 6 milioni di euro hanno deciso di far causa alla francese MDI. La società, infatti, si trova costretta a licenziare i suoi 74 operai tenuti per un lunghissimo periodo in cassa integrazione. "Abbiamo dato mandato a uno studio legale di citare la società in tribunale - ha detto Giuseppe Bussotti, presidente e amministratore dimissionario - perché non hanno rispettato il contratto". La causa, ha aggiunto Bussotti, dovrebbe svolgersi in Lussemburgo. Gli operai, ha spiegato Bussotti, "sono sul libro paga della Eolo, ma non sono stati pagati, perché ci sono queste difficoltà. Dobbiamo licenziarli: come possiamo pagare 74 persone senza produrre nulla?". "Ci sono stati consegnati solo alcuni macchinari - ha detto l'ex presidente Giuseppe Martellucci - ma non le distinte dei pezzi, dunque non si è mai potuto produrre nulla".

[...]

[Secondo Bussotti, i] tecnici della MDI "non sono mai stati in grado di dirci i veri rendimenti dell'Eolo", cioè di indicare l'effettiva autonomia dell'auto con un "pieno" d'aria. "Non sono un tecnico - ha aggiunto e concluso il presidente - ma secondo me non riescono ancora ad avere rendimenti importanti, non hanno ancora trovato il modo di trasformare e conservare la potenza. Le speranze di poter arrivare a produrre l'auto ci sono ancora, ma siamo onesti: è probabile che non potremo farlo".

Sarei molto lieto di potermi ricredere, ma sulla base dei dati disponibili fin qui, sembra insomma un classico caso di investitori (ed ecologisti in poltrona) abbagliati da un'idea troppo bella per essere vera. Cose che capitano, quando chi investe non chiede consiglio a un tecnico e non pretende di vedere un prototipo funzionante in condizioni realistiche e controllate prima di aprire il portafogli.

Lo so, sarebbe stato molto più emozionante scoprire un complotto delle multinazionali del petrolio, ma purtroppo la realtà è spesso molto più banale delle fantasie degli appelli che circolano in Rete.


2008/08/06 (sette anni dalle prime notizie)


La storia dell'auto ad aria continua ad evolversi. A febbraio 2008, la BBC ha segnalato che la casa automobilistica indiana Tata ha deciso di sostenere lo sviluppo dell'auto di Guy Negre e intende utilizzarne le tecnologie anche per la generazione di energia elettrica nelle zone dell'India dove manca la corrente. Secondo la BBC, Guy Negre ha promesso che l'auto sarà in vendita in India entro un anno. Ma la BBC stessa nota che è più di un decennio che Negre promette di essere a un passo da una scoperta rivoluzionaria.

Un filmato di un breve giro sull'auto è disponibile qui presso la BBC.

Il sito della MDI, la società che gestisce il progetto, annuncia che “il primo lotto pilota uscirà in Francia prima della fine del 2008 e la commercializzazione inizierà all'inizio del 2009”. Non resta che attendere e vedere se questa promessa si concretizzerà.


2009/05/19


Siamo a metà del 2009, e la commercializzazione annunciata non c'è ancora stata. Un articolo del Guardian racconta una visita alla fabbrica di Guy Negre a Carros, vicino a Nizza. Stando a quanto è stato spiegato al giornalista, è in corso una sperimentazione dei veicoli ad aria compressa per conto della Air France KLM all'aeroporto di Schipol, in sostituzione dei veicoli elettrici usati dalla compagnia aerea.

Al giornalista è stata data in prova una versione a tre ruote, senza carrozzeria, che è arrivata a 40 km/h restando nel parcheggio della fabbrica. Anche il giornalista nota che “sul motore si forma rapidamente del ghiaccio spesso”. È la conseguenza della decompressione dell'aria: le leggi della fisica valgono per tutti, anche per gli ex ingegneri della Renault.

Tutto il resto dell'articolo riferisce promesse di Negre: ma di più concreto di un giretto su un triciclo che ghiaccia già stando nel parcheggio della fabbrica non c'è nulla. Negre dice che è quasi riuscito a siglare un accordo grazie al quale le auto ad aria verranno vendute nel Regno Unito “entro tre anni”. Staremo a vedere.


2009/05/20


Il Corriere riprende l'articolo del Guardian, omette il dettaglio non trascurabile del ghiaccio e aggiunge un video che mostra un piccolo veicolo, una sorta di triciclo cabinato, della MDI, che lentamente fa un breve giro nel parcheggio della fabbrica.

Tutto qui. Sembra che siamo ancora ben lontani dalla disponibilità di un veicolo serio e soprattutto utilizzabile per strada.


2010/10/29


La CNN torna ad occuparsi dei progetti di Negre con un servizio in cui si vede ancora una volta il triciclo cabinato di un anno e mezzo fa percorrere lentamente il piazzale dell'officina e (per qualche secondo) avventurarsi nel traffico. Vengono ribadite le autonomie già annunciate (150-200 km con un “pieno”, 80 km/h di velocità massima), ma di dimostrazioni concrete finora non se sono viste. A giudicare dal servizio, l'auto ad aria non sembra aver fatto progressi in tutti questi mesi. Conviene restare in cauta attesa di prove concrete.


2012/08/21 (undici anni dalle prime notizie)


Siamo nel 2012: la commercializzazione promessa per l'inizio del 2009 non c'è ancora stata. Nel 2007 la Tata Motors indiana ha sottoscritto un accordo di licenza con la MDI che le consente di "produrre e vendere auto ad aria compressa utilizzanti la tecnologia MDI in India", ma di auto ad aria vendute non c'è nemmeno l'ombra e nel sito della Tata non si dice più nulla sulla MDI. Il comunicato stampa più recente sul sito della MDI, datato 8 maggio 2012, cita ancora quest'accordo dicendo che le due società "stanno lavorando insieme per completare lo sviluppo dettagliato della tecnologia e dei processi tecnici necessari per industrializzare un'applicazione di prodotto pronta per il mercato nei prossimi anni". I tempi continuano ad allungarsi, insomma, e di sostanza non se ne vede.

Il comunicato stampa della MDI datato 17 novembre 2011 informa che l'AirPod ora ha quattro ruote, in modo da ridurre i problemi di stabilità di una soluzione a tre ruote, ha un serbatoio maggiorato (da 175 a 260 litri) e a pressione minore (248 bar invece di 350) ed avrà un'autonomia in ciclo urbano tra 120 e 150 chilometri. Lo stesso comunicato promette che "entrerà in piena produzione l'anno prossimo". Non è successo.

L'8 giugno scorso Repubblica ha intervistato Cyril Negre, figlio di Guy. Secondo l'intervista, l'auto ad aria sarebbe “a un passo dal lancio commerciale” e “costerà appena 7000 euro”. L'annuncio ha destato le perplessità dei lettori, alle quali la MDI ha risposto pubblicando un corposo dossier (PDF) parecchio sgrammaticato ma contenente alcuni elementi interessanti, come per esempio l'affermazione che il problema del ghiacciamento è stato “risolto definitivamente” (sezione 2.1 del dossier). Resta da vedere se è vero e se è stato risolto anche quello della densità di energia, ben sottolineato da Filippo Zuliani insieme a quello della fragilità estrema di un AirPod, ben lontana da quella di un'automobile e più simile a quella di un motorino (in altre parole, nessuna protezione).

Cosa più importante, a quanto mi risulta nessuno ha mai portato in giro un AirPod per una prova estesa in condizioni realistiche e dimostrato l'autonomia promessa. Alla fine della fiera è tutto quel che si chiede sempre di fronte a chi fa affermazioni straordinarie: dimostrate quello che dite. Fatecela provare.


2012/11/14


Un video su Videolina, segnalato da Giorgio Capra nei commenti, annuncia che un AirPod è stato presentato in Sardegna con l'intento di promuovere la realizzazione di un centro di produzione delle auto ad aria. Sarebbe una bella occasione per chiedere a Guy Negre di lasciar provare l'auto per vedere se ha davvero le prestazioni promesse.


2013/10/23


L'auto ad aria riemerge in Sardegna: la stampa locale segnala l'intenzione di aprire uno stabilimento per la sua produzione nell'isola. Inoltre i responsabili del progetto dichiarano che le prime vetture dovrebbero essere pronte entro gennaio 2014. Staremo a vedere. Intanto manca tuttora una prova indipendente del veicolo, che continua a dichiarare una velocità massima di 70 km/h e un'autonomia urbana di 220 km. Maggiori dettagli in questo mio articolo.


2014/06/29 (tredici anni dalle prime notizie)


La Rai ha annunciato che l'Airpod “sarà prodotta e distribuita a Bolotana (Nu) da Airmobility, una società di imprenditori sardi”. Ha scritto che “Tata Motors è in fase di predisposizione dei suoi modelli su tecnologia Mdi per il mercato indiano” e “la Sardegna si è candidata per la prima produzione europea del veicolo, prevista per il tardo autunno del 2014.”

Ci saranno “due versioni: motore 7 KW (guida con patente B) 80 km/h con autonomia di circa 120 km (circuito urbano); motore 4 KW (guida con patente A, motocicli) 45 km/h e stessa autonomia, entrambi dotate di un bagagliaio da 500 litri con incluso uno scomparto refrigerato da trenta litri.” L'Airpod “entrerà sul mercato con un modello base dal costo di 7.500 euro e sarà destinata al trasporto passeggeri”. Si promette che “un pieno da 4 euro permette di percorrere 100 km alla velocità massima di 80 km/h” e che “il rifornimento di aria compressa può avvenire tramite stazioni abilitate (2,5 minuti per un pieno) o presa di corrente domestica da almeno 10kw (3,5 ore per un pieno)”.

Sono ormai tredici anni che Guy Negre promette un'auto ad aria che faccia almeno un centinaio di chilometri con un pieno, e in tutti questi anni, che io sappia, nessuno ha mai visto una di queste auto fare davvero quello che viene promesso. A un certo punto viene anche legittimo sentirsi presi in giro. Sarei ben contento di sbagliarmi, ma dopo anni di promesse fatte a vuoto adesso spetta ai costruttori dell'Airpod dimostrare che il loro veicolo non è una bufala.


2017/11/09 (sedici anni dalle prime notizie)


Siamo a sedici anni dalle prime notizie su questa presunta auto pubblicate da Quattroruote e ancora non c’è traccia di commercializzazione.

Eppure ANSA oggi ha rilanciato la notizia, parlando di prestazioni che tuttora, per quanto mi risulta, nessuno ha mai visto in condizioni controllate. Inoltre sono passati già quattro anni da quando si parlava di costruire quest’auto a Bolotana.

Sarà costruita anche in Sardegna, a Bolotana in provincia di Nuoro, la prima auto al mondo con motore ad aria compressa, a zero emissioni inquinanti. Si chiama AirPod, è stata inventata e realizzata dall'ingegnere francese Guy Negre e dalla sua azienda Mdi, con sede a Nizza. In Sardegna un gruppo di imprenditori sardi e del Norditalia ha preso in licenza il brevetto Mdi: dalla prossima primavera metteranno sul mercato l'AirPod, una minicar ecologica da 8.000 euro.

...L'auto ha un'autonomia di 150 km e una velocità massima di 80 km all'ora. Per la ricarica ha bisogno di 18 kilowatt: servono dalle 3 alle 6 ore, a seconda della presa, a un costo complessivo di 5 o 6 euro.

E come sempre, l’auto sarà messa in vendita “dalla prossima primavera”.

Nessun commento: