2009/12/29

Analisi tecnica delle immagini digitali

Come accorgersi che le fotografie mentono. Matematicamente


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Sulla scia delle indagini sulla falsa foto di Kennedy, ripesco un magnifico articolo di HackerFactor.com che spiega quali strumenti di analisi tecnica si possono usare sulle fotografie digitali per rilevare le manipolazioni fatte a scopo commerciale o politico.

L'articolo prende spunto da una foto del catalogo di Victoria's Secret, quella qui accanto, segnalata a suo tempo da Photoshop Disasters per via della borsetta maldestramente cancellata: si vedono ancora le maniglie nella mano della modella e le piastrelle della pavimentazione sono state ricostruite dimenticando di crearne la fuga (l'originale con borsetta è qui).

Fin qui il ritocco è visibile a un occhio attento. Ma l'articolo di Hackerfactor mostra come si possano usare strumenti matematici, anche su foto a bassa risoluzione come questa, per rivelarne ulteriori falsificazioni. Si parla di Error Level Analysis, una tecnica utile anche nelle indagini sulle immagini legate al terrorismo, come spiega Wired (software qui): questo strumento permette di scoprire che l'intero vestito è stato alterato e che il colore di occhi e denti è stato modificato. Emerge anche il fatto che lo sfondo è fasullo (è stato aggiunto dopo aver scontornato la modella).

Si parla anche di Luminance Gradient, che "recupera" i contorni della borsetta cancellata e rivela che lo sfondo è stato sfocato artificialmente e che la modella è stata tutta schiarita, e di Principal Component Analysis, che rivela la cancellazione del capezzolo. I livelli di rumore smascherano anche un altro trucco: il seno è stato aumentato digitalmente. Il mondo della fotografia di moda è talmente esasperato che persino a una modella-steccolino del genere è stato eliminato il microgrammo di ciccia sul braccio.

Mia figlia Lisa mi chiede spesso a cosa serve la matematica. Serve a non farsi fregare e a non farsi imporre modelli inarrivabili che spingono all'anoressia. Scusate se è poco.

Via gli oroscopi dalla TV?

Oroscopi 2009, che disastro. Come al solito


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Raidue dedica l'intera prima serata di oggi alle previsioni astrologiche. Il Consiglio Nazionale degli Utenti, organismo dell'Agcom, e il presidente dell'associazione telespettatori cattolici (Aiart) protestano, secondo quanto riportato dal Corriere: "Il rischio è che si sfrutti la superstizione, la credulità o la paura, in particolare delle categorie di utenti psicologicamente più vulnerabili" dice il CNU; il presidente Aiart afferma che "Si tratta di una superstizione che non dovrebbe essere alimentata dalla tv, in special modo quella pubblica". Paura della concorrenza?

Nessun commento da parte del vicedirettore di Raidue, Roberto Giacobbo.

Come ogni anno, c'è chi si prende la briga di fare le pulci agli astrologi per vedere quanto sono affidabili le loro previsioni: il CICAP, che pubblica un elenco degli eventi più importanti del 2009, da usare per vedere se gli astrologi li avevano previsti, e un vasto campionario di previsioni sbagliate. Ce n'è per tutti: da Luciano Sampietro che preannunciava (grazie all'immancabile Nostradamus) un attentato mortale al Papa il 13 maggio al mago Johnny che per il 13 marzo prevedeva "suicidi collettivi" e il suicidio di "un grande uomo della televisione". La sensitiva Teodora Stefanova annunciava che Galliani sarebbe diventato ministro dello sport (cosa peraltro difficile, considerato che non c'è più un ministero dello sport).

George Clooney e Leonardo di Caprio avrebbero dovuto trovare moglie, secondo l'astrologa Barbara Massimo su Novella 2000. Il Torino sarebbe dovuto rimanere in Serie A, secondo Mauro Perfetti a Quelli che il calcio. E così via. Non una parola, invece, per preannunciare scandali come quello politico di Marrazzo o quello sportivo di Briatore, o l'aggressione a Berlusconi o al Papa. Inutile disquisire sui possibili meccanismi fisici d'influsso dei corpi celesti: sta di fatto che l'astrologia non funziona.

Non sarebbe dunque ora di sbarazzarsi di questi cialtroni e delle loro anticaglie degne del Medioevo più buio, e di non ospitarli più in televisione? Se la scusa è che alla gente interessa la materia e quindi si fa audience, ho una proposta modesta: prendete Zichichi, dategli un pennarello indelebile e fategli disegnare la spiegazione della relatività ristretta, in prima serata Rai, sulle chiappe di Belen Rodriguez.

Facebook non diventa a pagamento. Purtroppo

Facebook si pagherà dal 2010? Bufala


Radio 101 mi ha segnalato poco fa una storia che sta girando in Rete: Facebook diverrebbe a pagamento dal 2010. Sarebbe bello, così si scremerebbero un po' di perditempo, ma è una bufala che probabilmente deriva da questa pagina del sito satirico-umoristico Collegehumor.com, catturata nella schermata qui accanto.

Collegehumor ha semplicemente realizzato un falso post del blog ufficiale di Facebook. L'annuncio infatti non esiste nel blog vero. Per gli italofoni c'è anche una pagina Facebook per la smentita e non mancano le sbufalate anche al di fuori del social network.

Naturalmente tutto questo non ha impedito la nascita di un gruppo di Facebook di nome "No a facebook a pagamento nel 2010, servono 10.000.000 iscritti!", che è già arrivato a oltre un milione e ottocentomila adesioni, ma pare essere più che altro una pagina-esca che funge da collettore di spam. Poca cosa, comunque, in confronto ai cinque milioni di adesioni del gruppo di protesta contro Facebook a pagamento in inglese.

Kennedy e le bagnanti scostumate

La foto di Kennedy scandaloso è una bufala


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Segnalo brevemente un nuovo esempio di faciloneria giornalistica: quello intorno alla foto d'epoca che mostrerebbe il presidente Kennedy che se la spassa con delle bagnanti nude mentre la moglie Jackie è in ospedale per partorire.

Repubblica ha frettolosamente corretto la didascalia per segnalare che la foto è forse un falso ("Ma altri siti rivelano: la foto è una bufala. Si tratterebbe della rielaborazione di una foto apparsa sul numero di novembre 1967 di Playboy"), ma non molla e usa ancora il condizionale, tanto per pararsi le spalle e altre parti anatomiche meno nobili, forse le stesse usate per pubblicare la notizia prima di qualunque minima verifica.

Infatti TMZ, il sito di gossip che aveva pubblicato inizialmente il falso scoop, ha già ammesso il proprio errore e confermato la fonte dell'immagine. The Smoking Gun ha recuperato la foto originale, che è a colori e proviene dal numero di novembre del 1967 di Playboy. Qui sopra ne vedete la parte saliente: il resto è sul sito di The Smoking Gun.

Il Corriere ha pubblicato la notizia, sostituendola poi con la smentita, ma nella Rete è rimasta l'eco della notizia originale, che titolava "Usa, l'imbarazzante foto di Jfk in barca con 4 donne nude" e precisava che "Secondo gli esperti non si tratta di un falso". Il Giornale ha pubblicato la foto in prima pagina con tanto di articolo di commento politico riferito alle vicende di presunte escort di Berlusconi e con un titolo categoricamente autenticista contraddetto dal testo dell'articolo. Coerenza, questa sconosciuta.

Caso chiuso. Non resta che attendere che Repubblica e gli altri giornali e telegiornali che hanno strombazzato lo scoop-patacca pubblichino la rettifica e si scusino con i lettori e telespettatori per aver sprecato il loro tempo pubblicando una bufala.

2009/12/24

Una gattastrofe natalizia

Come assemblare un albero di Natale



1. Estrarre con cura l'albero dalla scatola.



2. Assemblare i rami partendo dal basso, in modo da sfruttarli come appoggio per le fasi successive.



3. Verificare che i rami non abbiano doppie punte o altri difetti.



4. Installare le luci facendo attenzione ad eventuali nodi o lampadine difettose.



5. Godersi il frutto delle proprie fatiche.




Buon Natale!


Se volete vedere l'albero completato e tutti i dettagli di quest'assemblaggio, che arriva dal Canada, e della successiva demolizione, andate a Fluffytails.ca. Buon divertimento, e auguri a tutti: scusate se non vi rispondo individualmente, siete piacevolmente in troppi!

2009/12/23

Le cose che non colsi - 2009/12/23. Alieni, fantasmi e amici da salutare

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Ci ha lasciati Dan O'Bannon, uno dei papà di Alien. Dan aveva 63 anni. Ci lascia in eredità alcuni dei film e dei personaggi più classici della fantascienza: oltre all'inarrivabile Alien, è stato co-sceneggiatore di Total Recall (Atto di forza), Tuono Blu e molti altri film (incluso Lifeforce alias Space Vampires, memorabile per aver avuto Mathilda May in un magnifico topless per tutto il film e Patrick "capitano Picard" Stewart in una delle scene più imbarazzanti della sua carriera), animatore in Guerre Stellari, regista del cult autoironico Il Ritorno dei Morti Viventi e attore in Dark Star (era Pinback, lo potete vedere all'opera in questo video). L'idea della famosissima scena della "rinascita" dell'alieno nel primo film della serie gli venne per via dei dolori allo stomaco di cui soffriva (The Register; LA Times).


Se n'è andato in silenzio anche Eric Woolfson, voce e autore delle musiche e dei testi degli Alan Parsons Project. La notizia è uscita quasi in sordina il 2 dicembre scorso, pur essendo un cantante che aveva venduto oltre 50 milioni di dischi come cantante, autore o produttore (suoi sono per esempio Music di John Miles e Year of the Cat di Al Stewart). Potete riascoltare la sua splendida voce in Time, Don't Answer Me e Eye in the Sky. Il suo sito, con le musiche scritte anche separatamente da Alan Parsons, è Ericwoolfsonmusic.com; c'è anche il sito del suo album Poe; e naturalmente non posso fare a meno di citare il sito degli Alan Parsons Project, contenente le versioni estese degli album che li resero celebri (Times Online).


Patrick Stewart diventa sir. Visto che ho citato il capitano meno capelluto di Star Trek, non posso fare a meno di segnalare agli appassionati Trekker che Patrick Stewart sarà nominato baronetto alla fine dell'anno per i suoi meriti teatrali (Mirror).


11/9, intervista a un sopravvissuto delle Torri Gemelle. Per chi vuole conoscere meglio una tragedia che ha purtroppo cambiato la storia e continua a cambiarla, il gruppo Undicisettembre di cui ho l'onore di far parte è riuscito a contattare e intervistare uno dei sopravvissuti agli attentati. Il suo racconto terso, lucido e non mediato chiarisce la realtà di quei minuti drammatici e polverizza ogni teoria di esplosivi nascosti o altri deliri del genere (e anche peggiori). Sono a vostra disposizione sia l'originale inglese sia la traduzione italiana.


Sondaggio sulla pubblicità online. Tolleratissima. Lo so che un sondaggio di Blogger fra i lettori di questo blog non ha pretese di scientificità o riferibilità alla situazione generale della Rete, ma trovo interessante che quasi la metà dei lettori non sia affatto infastidita dalla pubblicità di Adsense, che un 25% la sopporti e che ben il 23% usi Adblock per eliminarla (sagaci). Soltanto il 2% sarebbe disposto a pagare una cifra simbolica (5 euro) per farne a meno.


Il fantasma di Trepalle. Un lettore mi segnala nottetempo, in un commento, questa figura spettrale visibile nella webcam di Trepalle (Livigno): cosa sarà mai? Se siete da quelle parti, o se volete divertirvi alla caccia all'indizio online, mandateci qualche foto del luogo dell'apparizione misteriosa.



Firefox il browser più popolare? Non proprio. Giusto per chiarire alcune notizie circolanti (Slashdot; The Inquirer): questo grafico di StatCounter non indica che Firefox è diventato il browser più usato al mondo, ma che la versione 3.5 è la singola versione di browser più usata. Esaminando il grafico delle varie versioni, infatti, è chiaro che Firefox (tutte le versioni) ha poco più della metà degli utenti rispetto a Internet Explorer (tutte le versioni). Evitiamo quindi festeggiamenti prematuri.


Aerei robot intercettabili con una manciata di euro. I Predator statunitensi in Afghanistan e Iraq trasmettono in chiaro le immagini riprese dalle loro telecamere-spia, per cui quello che vedono può essere intercettato da chiunque abbia una parabolina satellitare e sappia dove puntarla, tanto che su un computer trovato presso un gruppo di combattenti c'erano i videoclip delle loro riprese. Come è possibile una stupidità monumentale del genere? Gizmodo e Wired spiegano che per consentire alle truppe di ricevere le immagini con un terminale portatile anche con poco segnale e consegnare il terminale il più presto possibile, fu deciso di non cifrare il segnale. Il bello è che lo stesso sistema in chiaro c'è anche sugli AC-130, sugli F-16, sugli F/A 18, sugli A-10 e sugli Harrier. In altre parole, al nemico è stato regalato un metodo a bassissimo costo per intercettare il sistema di sorveglianza primario delle forze statunitensi. Geniale. E questi sarebbero capaci di architettare demolizioni segrete per l'11 settembre, organizzare voli top secret per irrorare il mondo con le scie chimiche e tenere nascosta l'esistenza degli UFO? Se vi interessano i dettagli tecnici, un PDF di istruzioni è stato pubblicato qui su Wikileaks.


A proposito di scie chimiche. Guardate questa foto: non è un fotomontaggio. È una di una serie che trovate qui. A questo punto il buon Rosario Marcianò, alias Straker, strenuo sostenitore dell'esistenza del complotto delle "scie chimiche" (sbufalato e spiegato qui) disseminate dagli aerei di linea per intossicare il pianeta e creare "una razza formata da androidi facilmente controllabili", ha tutte le prove che gli servono: c'è davvero un complotto che coinvolge i piloti di linea. Rabbrividiamo.

2009/12/22

UFO sul Cremlino

UFO gigantesco sorvola Mosca: viene ripreso in due soli video. Sarà un caso?®


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "ulricog" e "gigikgikgi". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il Corriere non perde occasione di cimentarsi nel salto in basso, pubblicando l'ennesima storiella ufologica senza prendersi la briga né di verificarla né di ragionarci sopra un secondo. Se il giornalismo si riduce al copiaincolla acritico delle notizie altrui, allora di preciso a che servono i giornalisti?

La storiella è questa: ci sono due video amatoriali che mostrano un oggetto triangolare che sembra librarsi sopra Mosca e sembra avere dimensioni enormi. L'articolo del Corriere si lancia in tante congetture ("E' un'astronave aliena? Oppure la solita sonda, il solito pallone meteorologico oppure un veicolo segreto scambiato per un UFO?"), tranne quella giusta: il video è per caso un falso?

L'ipotesi che l'oggetto mostrato dai video sia realmente sospeso nel cielo di Mosca si spiaccica infatti contro il parabrezza del buon senso: se davvero c'era un gingillone immenso sopra la capitale russa, come mai è stato ripreso soltanto in due video? Tutti gli altri moscoviti erano troppo presi a farsi i fatti propri per notarlo? Troppo poveri per possedere una fotocamera, un telefonino, una Zenit a pellicola?

Comunque sia, ecco uno spezzone dei due video, ritrasmesso da Russia Today, giusto per ricordare che il giornalismo trash esiste anche all'estero, ma almeno ha il buon gusto di ragionare sulle notizie che propina:


Come al solito viene tirato in ballo Nick Pope, "consulente del ministro della Difesa della Gran Bretagna, esperto di UFO", che dice che si tratta del video "più straordinario sugli avvistamenti di Ufo" che lui abbia mai visto.

Prima di tutto, Pope è un ex consulente, oggi dedito all'ufologia a tempo pieno; in secondo luogo, Pope è uno che si stupisce con poco: quando è comparsa una nuvola circolare nel cielo di Mosca, lui ha detto "Mai visto nulla del genere, è un vero mistero"; quando è apparsa nei cieli della Norvegia una spirale prodotta dalla scia di un missile russo, Pope ha rifiutato la spiegazione missilistica dicendo che "non stava in piedi"; quando Google Street View immortalò la pattuglia acrobatica britannica come formazione di puntini indistinti, il buon Nick ha detto che "l'unica cosa che so che può fare una cosa simile è la pattuglia delle Red Arrows, e non sono loro [sic]... ho fatto passare la lista delle possibilità che normalmente spiegano queste cose, ma non trovo una risposta". Nei commenti qui sotto trovate altre perle di Pope sull'imminenza dell'invasione da parte degli extraterrestri (grazie a Domenico per averle scovate).


Per chi avesse dubbi all'idea che dei dilettanti possano creare un video del genere, suggerisco la visione di questo spezzone di Youtube:


Laghi extraterrestri

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "giovy75" e "robyblade". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento ore 23:25.

Vedete quel luccichio nella foto qui accanto? È la prima volta che l'umanità fotografa il riflesso del Sole su un lago extraterrestre.

Fermatevi un attimo a considerare questo pensiero. Abbiamo fotografato un lago su un altro mondo. Una cosa che migliaia di generazioni prima di noi avrebbero dichiarato impossibile e inconoscibile.

Per esempio, Margherita Hack, a Lugano pochi giorni fa (in queste foto dello studio fotografico Andrea Tedeschi), citava in proposito Auguste Comte, che nel 1853 affermava risoluto che la struttura dei corpi celesti era per sempre esclusa dalle nostre possibilità di conoscenza. Come no.

L'immagine, scattata dalla sonda Cassini (alla quale coopera l'Agenzia Spaziale Italiana), è datata 8 luglio 2009 e mostra il riflesso del nostro Sole sulla superficie del lago denominato Kraken Mare, che si estende su circa 400.000 chilometri quadrati (mille volte il Lago di Garda) al polo nord di Titano, una delle lune giganti di Saturno.

L'ombra che vedete nella fotografia qui sopra è proprio quella di Titano, proiettata sulla superficie di Saturno, visto con gli anelli quasi di taglio sempre dalla sonda Cassini. La foto proviene da Ciclops.org., uno dei siti ufficiali che pubblica i dati raccolti dalla sonda.

Titano ha parecchi grandi laghi oltre al Kraken Mare, ma non è il caso di pensare ad insediamenti balneari per vacanze esotiche. I laghi sono infatti composti da etano, metano e altri idrocarburi, che a temperature terrestri sarebbero gas, ma nel gelo del sistema solare esterno (-180°C sulla superficie di Titano) sono liquidi e formano ruscelli, fiumi, laghi, coste e spiagge proprio come fa l'acqua sulla Terra e come si vede nella foto in falso colore qui accanto, che mostra il Ligeia Mare.

Maggiori dettagli sono su Nasa.gov (anche qui) e su Ciclops.org. La mappa dei laghi di Titano qui sotto è tratta anch'essa da Ciclops.org.

Decisamente una bella pallina di Natale da aggiungere all'albero.

2009/12/20

Scoperta Atlantide. Di nuovo. Garantisce il “Corriere”

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"Dai Caraibi emerge una civiltà sommersa". Titola così il Corriere, raggiungendo nuove vette di ridicolo grazie a un articolo firmato da Alessandra Farkas. Perché la "civiltà sommersa" è semplicemente una serie di foto ingrandite oltre ogni buon senso fino a rivelare la grana dei pixel e gli artefatti di compressione, scambiati per antiche rovine.

"Un gruppo di archeologi ha scoperto le rovine di una grande città antica sui fondali del Mar dei Caraibi la cui ubicazione rimane ancora segreta ma che secondo alcune indiscrezioni sarebbe antecedente alle piramidi di Giza, in Egitto. E potrebbe addirittura essere Atlantide, la leggendaria isola scomparsa, menzionata per la prima volta da Platone" esordisce l'articolo. Perbacco. Quali prove formidabili e schiaccianti porta il Corriere per questo straordinario annuncio?

Semplicemente queste foto, tratte dall'Herald de Paris, che ne presenta anche altre dello stesso tipo:


Come siano riusciti da queste foto a capire che si tratta di una città "antecedente alle piramidi di Giza, in Egitto", la Farkas non lo spiega.

Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la fotografia digitale ha già capito che quelle foto della "civiltà sommersa" sono semplicemente dettagli di una fotografia ingrandita oltre ogni buon senso. Qualunque foto digitale, se ingrandita esageratamente, rivela una trama del genere.

Per chi avesse dubbi in merito, basta andare su Google Earth e prendere il tratto di mare davanti a Genova, ingrandirlo al massimo e dargli un po' di contrasto: saltano subito fuori "strade" e rettangoli regolari, "campi coltivati" a scacchiera. Davanti al porto di Genova c'è una città sommersa, allora?


Si può fare di meglio. Guardate questa straordinaria civiltà nascosta:


Dove si trova? In un posto del tutto insospettabile, che però è sotto gli occhi di tantissime persone. Proviamo a ridurre leggermente l'ingrandimento e a ripristinare colore e contrasto originali.


Che cosa state guardando?


Ora l'avete capito, vero? Ecco la foto originale dalla quale ho estratto la "civiltà sommersa":


Ora i casi sono due: o le foto di "Atlantide" sono l'ennesimo granchio preso da una catena di giornalisti incompetenti, oppure sul grazioso deretano di Belen Rodriguez c'è tutta una Lilliput che attende d'essere scoperta. So che molti di voi si offriranno per rigorose missioni esplorative, ma non fatelo in nome dell'archeologia.

È proprio il caso di dire che non basta pararsi le chiappe chiudendo un articolo con un "Anche in Italia alcuni siti sollevano forti dubbi." Una non-notizia del genere non andava neanche pubblicata, per non coprire di ridicolo una testata un tempo rispettabile come quella del Corriere, che fra ufologia e fanta-archeologia sta dando un massiccio contributo al rimbecillimento dell'Italia. Congratulazioni.

Spazio, quando le dimensioni contano

Cura istantanea per megalomani



Quest'animazione tridimensionale rende molto bene le dimensioni enormi dei corpi celesti che ci circondano. Grazie a Pirollino per la segnalazione.

Antibufala: aggressione a Berlusconi, internettardi gridano al falso. Accuse di messinscena alimentate dai media tradizionali

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2009/12/29.

Sì, lo so che ho detto che non me ne sarei occupato perché la cosa era troppo patetica per darle notorietà, ma me l'avete chiesto in troppi, ormai la notizia è stata alimentata dal Corriere e da altre testate (complimenti), e probabilmente martedì sarò ospite di un programma televisivo nazionale italiano per parlare della complottomania proprio sulla base di questo e altri episodi recenti.

Per cui mi arrendo, mi turo di nuovo il naso e affronto l'indagine antibufala sulle accuse di messinscena intorno all'aggressione di domenica scorsa a Berlusconi.

Sia chiaro che faccio quest'indagine con estrema riluttanza, perché so che comunque parlarne – anche per sbufalarla – regala dignità a una storiella che proprio non ne ha e che un giornalismo responsabile dovrebbe semplicemente ignorare invece di gonfiarla pur di vendere qualche copia o spot in più. O se proprio ne vuole parlare, dovrebbe fare lo sforzo di accompagnarla con una documentata e dettagliata smentita delle accuse. Invece no. Troppa fatica, vero?

Questa è per ora una bozza d'indagine: chiedo il vostro aiuto per completarla rapidamente, anche perché non riesco a stare a lungo con il naso turato. Se proprio volete che io nuoti nella melma del complottismo, almeno nuotate un po' anche voi con me. Comincio a buttar giù un canovaccio e intanto vi chiedo di rispondere al sondaggio in alto a destra in questo blog, per capire (almeno informalmente) chi ha contribuito maggiormente alla diffusione di queste tesi demenziali.

Nota (2009/12/20 10:00): ho riavviato il sondaggio perché mi sono accorto che nella prima versione non c'era modo di distinguere fra siti Internet delle testate giornalistiche tradizionali e Internet in generale. L'intento del sondaggio è capire quanto la notizia delle tesi di complotto sia stata alimentata dai media tradizionali e dalle loro propaggini in Rete. Nella prima versione, comunque, su 162 partecipanti il 66% aveva risposto "Da Internet / Facebook / Youtube / mail", l'11% "Da radio, giornali o TV" e il 22% "Da questo blog".

Vediamo quali sono per esempio le accuse del video citato dal Corriere. A proposito: il Corriere linka una versione del video che sta sui propri server (così ci mette la propria pubblicità) anziché l'originale. Sulla base della descrizione fatta nell'articolo, riuscite a trovare il video originale? È forse questo, che mi risulta essere il più gettonato, con oltre 439.000 visualizzazioni? E questa è la seconda parte?

È importante trovare l'originale anche perché il Corriere ne mostra solo tre minuti e 20 secondi, ma dice che è lungo "circa otto minuti" ed è "diviso in due parti". Bella mossa, così il lettore non può fare confronti con il video intero e farsi una propria idea sulla base dei fatti completi anziché dei tagli operati dai media.

Comincio comunque ad esaminare le asserzioni presenti nella versione tagliata del Corriere.


Nessuna fuoriuscita immediata di sangue


"Osservate il volto del presidente del consiglio: presenta un profondo taglio subito sotto l'occhio sinistro" dice la didascalia. Il video mostra poi l'immagine qui accanto.

"Ma andiamo a rivedere il momento esatto in cui viene colpito al volto.. Notato nulla di strano?" continua il video, mostrano una ripresa dell'impatto. "Non si nota alcuna lesione dopo che la statuetta [sic] ha colpito il volto del premier, eppure un taglio così profondo si sarebbe visto subito dopo l'impatto perché il sangue fuoriesce immediatamente, invece non si vede nulla.."

Forse l'autore dei video ha visto troppi film horror, perché nella realtà, almeno nella mia esperienza personale di collisioni con corpi laceranti e contundenti, il sangue non schizza fuori subito a fontanella in caso di taglio che non interessi un vaso sanguigno primario: ci mette qualche secondo a fuoriuscire. I medici che leggono potranno dire la loro su questa considerazione. Come termine di paragone si potrebbe trovare qualche video di infortunio sportivo, per esempio calcistico.


Il "fazzoletto scuro"


"Altro strano particolare" prosegue il video "cos'è quella sorta di fazzoletto scuro che viene immediatamente messo davanti al volto di Berlusconi?". E prosegue: "Risulta strano che in meno di un secondo abbia avuto subito disponibile qualcosa da mettere davanti alla faccia.. Sembra quasi che fosse stato pronto a compiere quell'azione.." . E ancora: "Ha poi mantenuto il volto coperto per tutto il tempo, finché non è stato portato in macchina.. Successivamente rimane qualche minuto nella macchina finché non esce per farsi vedere dalla gente e dalle telecamere".

Secondo quanto presentato da questo spezzone di Annozero si tratta di un sacchetto di plastica contenente dei documenti datigli in mano pochi istanti prima da un fan: nel video si vede chiaramente la sequenza di gesti che lascia il sacchetto nella mano sinistra di Berlusconi, che è quella che subito dopo il Presidente del Consiglio si porterà istintivamente al viso (qualcuno ha modo di catturare e mandarmi lo streaming dello spezzone per i miei archivi?). Repubblica ne ha un'immagine più nitida in questa fotogalleria:


La pausa prima di allontanarsi


"Come avete visto il premier ha perso parecchio tempo prima di andarsene cosa che, a livello di sucurezza [sic], è totalmente sbagliata perché l'aggressione iniziale poteva anche essere un diversivo per qualcosa di più grosso.. Pensate che se fosse successa la stessa cosa al presidente Obama l'avrebbero lasciato lì a cincischiare per diversi minuti? Assolutamente no! L'avrebbero portato via da quel luogo il più velocemente possibile.. Strano!".

Certo, la sosta è assolutamente criticabile. Ma concludere con quello "strano" significa insinuare che non ci sia stata una fuga precipitosa verso l'ospedale perché tanto la regia occulta sapeva che non ci sarebbe stato un seguito all'aggressione. Mi ricorda tanto le accuse a Bush che se ne rimase impietrito nella scuola elementare la mattina dell'11 settembre. È facile costruire una tesi di complotto prendendo i pezzetti che servono, togliendoli dal loro contesto, e scartando tutto il resto. Dimenticando, per esempio, che la folla era assiepata davanti all'auto, che quindi non poteva partire, e che l'auto blindata era il luogo più sicuro dove collocare il ferito.

Il video si conclude (almeno nella versione tagliata del Corriere) con la solita ipocrita tiritera già vista in tanti altri complottismi, il classico "ma io sto solo facendo domande, mica accuso": "Con questo video non intendo accusare nessuno di niente.. voglio solo far notare che ci sono alcuni particolari strani e che la questione secondo me non è del tutto chiara". Il video finisce qui. E parte un altro spot del Corriere.


L'applicatore di sangue finto


Il video scelto dal Corriere non include un'altra asserzione che va per la maggiore nelle accuse dei berluscomplottisti e che invece è presente per esempio in questo video a 2 minuti circa dall'inizio: "Ecco una foto scattata in auto molto sospetta" dice il video "cosa tiene in mano forse un aggeggio che lancia sangue finto?... Notare il sangue sembrerebbe proprio che qualcosa glielo abbia appena schizzato in faccia".

Eh già, perché il modo migliore per applicare del sangue finto sarebbe spararlo in faccia. Anziché usare, per esempio, un tampone. Siamo veramente oltre il ridicolo.

Giusto per chiudere la questione, riusciamo a identificare l'oggetto? Telefonino, torcia, walkie talkie, altro? Ecco una foto alla migliore risoluzione che ho trovato finora: potete ingrandirla cliccandovi sopra.

I commenti qui sotto suggeriscono che l'oggetto sia una torcia, specificamente una Luxeon Nu-Flare Rebel ad alta potenza, consigliata per applicazioni di polizia, come quella mostrata qui e segnalata da questa pagina di Facebook:

È in vendita su Amazon, che ne mostra questa foto, in cui la somiglianza della parte posteriore all'oggetto visibile nella mano della persona nell'auto blindata è davvero notevole:


Le altre accuse


Ci sono anche altre asserzioni che girano in Rete, come la presunta stranezza della camicia di Berlusconi priva di tracce di sangue o il cambio d'inquadratura di una telecamera proprio al momento dell'attacco o la corsa al San Raffaele anziché a un ospedale più vicino, ma per ora la nausea ha il sopravvento e mi fermo qui.

La cosa che più mi schifa, in tutto questo pasticcio, è che i media tradizionali e i politici stanno accusando Internet di essere la cloaca dove si coagulano l'odio e la stupidità paranoica. Ma sono loro che regalano pubblicità a quella cloaca, invece di tirare lo sciacquone e occuparsi di cose più serie.


Il sondaggio


Ecco i risultati del sondaggio informale e per nulla scientifico: alla domanda "Da dove hai saputo inizialmente delle tesi di messinscena sull'aggressione a Berlusconi?", 2434 lettori hanno risposto come segue:
  • Da Facebook: 788 (32%)
  • Da Youtube: 278 (11%)
  • Da mail di amici o conoscenti: 164 (6%)
  • Da forum di Internet o altra fonte Internet non legata a testate tradizionali: 568 (23%)
  • Da radio, giornali o TV: 319 (13%)
  • Da siti Internet di testate tradizionali (Corriere, Repubblica, ecc.): 317 (13%)

Credo sia significativo che il 26% dei lettori (uno su quattro) abbia saputo delle tesi complottiste dai media tradizionali o da testate online dei media tradizionali. Il contributo di questi media alla diffusione di queste scemenze non è preponderante, ma mi sembra comunque importante.

2009/12/19

L’universo in sei minuti

Video: tutto l'universo conosciuto


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "boni.p****" e "pesante-80".

Vi sfido a rimanere impassibili di fronte a quest'animazione in scala, basata sui dati scientifici più precisi finora disponibili, il Digital Universe Atlas, che vi porta dalle montagne del Tibet ai limiti dell'universo conosciuto. Abbassate le luci, portatelo a tutto schermo nella versione quasi HD, e godetevi lo spettacolo.


Sì, siamo niente nell'ordine dell'universo. Ma noi piccoli ammassi di neuroni su un insignificante pianetucolo in una banale periferia di una galassia come tante altre siamo capaci di comprendere tutto quest'universo. Questa è la strada di conoscenza che abbiamo percorso in soli quattrocento anni, da quando Galileo ha alzato il suo cannocchiale verso le stelle. Pensare a quello che faremo e scopriremo nei prossimi quattrocento è un brivido esaltante.

Mostrate questo video ai vostri figli, o ai vostri studenti, se ne avete, e osservate la loro reazione. Vedrete all'opera il fascino della scienza e capirete la forza della sua seduzione appagante. Che col tempo non sfiorisce, ma non fa che aumentare. Buone feste.

Fonte: Kottke.org

2009/12/18

Che fine ha fatto Conficker?

Non ci sono più i virus di una volta? Ci sono, ma stanno dormendo e prima o poi si sveglieranno


Dove sono finiti i grandi virus? Il decennio che si sta chiudendo era partito con grandi infezioni di massa, come Iloveyou, che nel 2000 infettò circa 50 milioni di computer, Code Red nel 2001, Slammer nel 2003, e così via. Ma ormai sono anni che non capita più una grande infezione devastante. Oggi le regole del gioco sono diverse: si infettano ancora i computer, ma senza dare nell'occhio, per usarli per altri scopi.

C'è un caso, in particolare, che sta mettendo in agitazione da tempo gli addetti ai lavori. Nei primi mesi del 2009 c'è stato infatti un notevole allarme per Conficker, che sembrava destinato a ripetere gli exploit da prima pagina degli illustri (o infami) predecessori succitati, avendo infettato con successo per esempio le reti informatiche della Camera dei Comuni e di vari ospedali nel Regno Unito e delle forze militari francesi, tedesche e britanniche. Poi più nulla. Il primo d'aprile, data prevista di attivazione del virus (più propriamente worm), doveva esserci la catastrofe, ma non c'è stata. Cos'è successo?

Conficker non è stato debellato: è ancora là fuori, in letargo, e gli esperti si stanno chiedendo quando si sveglierà e che cosa combinerà. Secondo le ricerche del Conficker Working Group, il team di specialisti formatosi proprio per gestire questa specifica minaccia dormiente, il worm ha infettato sproporzionatamente i sistemi informatici in Africa, in America Latina e nei paesi in via di sviluppo, e al momento è presente in tutto il mondo dentro circa sei-sette milioni di PC Windows. Secondo il CWG, non c'è mai stata un'infezione così pervasiva e persistente.

Un successo senza precedenti dal punto di vista dei misteriosi gestori di questo software ostile, ma un successo che forse li ha spiazzati: si trovano fra le mani un potenziale enorme, probabilmente maggiore del previsto, e non sanno come sfruttarlo senza bruciarlo e attirare troppa attenzione. Conficker è come una bomba atomica: troppo potente per poterla usare, se non in situazioni estreme, e con il rischio di scatenare una reazione violentissima dell'avversario.

Il CWG mette a disposizione i link agli antivirus che da tempo riconoscono ed eliminano Conficker, ma l'infezione persiste. I dati per la Svizzera, per esempio, indicano quasi 2200 indirizzi IP infetti (quindi, grosso modo, altrettanti computer); quelli per l'Italia segnalano circa 150.000 indirizzi IP dai quali fa capolino Conficker. Le statistiche del CWG fanno nomi e cognomi dei provider che ospitano gli appestati, e ce n'è per tutti.

Siamo insomma seduti su un vulcano. È quindi il caso di fare qualche controllo antivirale in più, specialmente sulle penne USB e sui dischi rigidi scambiati con amici e colleghi, prima che i padroni di questo worm si sveglino e decidano di usare il loro strumento (e magari il vostro computer) per scopi sicuramente non confortanti.

Google Doodle trappola

Anche i loghi di Google nascondono insidie


Il 15 dicembre scorso Google ha celebrato il centocinquantesimo anniversario della nascita del creatore dell'Esperanto, Ludovic Zamenhof, dedicandogli un Google Doodle, ossia un logo personalizzato (lo vedete qui accanto).

Gli spacciatori di scareware, ossia di falsi antivirus che fanno credere alle vittime di essere infette e di potersi disinfestare soltanto pagando quella specifica marca di antivirus, sono riusciti a fare in modo che chi cliccava sul logo si trovasse di fronte un elenco di siti apparentemente innocui, che però erano stati violati e contenevano rimandi a questi falsi antivirus, specificamente a una variante denominata AntiVirusPro (dettagli tecnici qui), che viene già rilevata come minaccia dagli antivirus veri.

Google ha rimosso rapidamente dal proprio indice i link ai siti infettati, ma i criminali informatici continuano a penetrare in vari siti, iniettandovi le parole chiave trendy del momento e rimandi ai propri siti-trappola, perché in questo modo le pagine di quei siti finiscono in cima ai risultati di Google e quindi attirano un maggior numero di vittime potenziali: sono un'esca più visibile.

Lo scareware sembra essere la moda del momento nel sottobosco criminale della Rete, e non c'è da stupirsi, perché la tecnica truffaldina funziona: oltre a rilevare un numero crescente di trappole di questo genere, l'FBI nota che i vari scareware hanno già fruttato ai loro autori circa 150 milioni di dollari.

Difendersi è semplice: usate un antivirus vero, tenendolo sempre aggiornato, e non fidatevi degli avvisi d'infezione che compaiono sullo schermo se non provengono dal vostro antivirus regolare.

Fonti addizionali: The Register, MacWorld, The Inquisitr.

10 miliardi di spam al giorno

In tribunale spammer che seminava 10 miliardi di pubblicità al giorno


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Dopo il processo e la condanna al carcere di Alan Ralsky, l'uomo che si definiva il padrino degli spammer, ora tocca a un altro disseminatore all'ingrosso di mail spazzatura. È infatti sotto processo in Australia Lance Thomas Atkinson, 26 anni (foto qui accanto), boss di un'attività spammatoria che inondava la Rete al ritmo di 10 miliardi di messaggi al giorno.

Il Sydney Morning Herald riferisce che Atkinson ha già confessato di aver preso parte al giro losco che attirava i destinatari ingenui delle sue pubblicità verso siti cinesi dedicati a pseudofarmaci mirati a migliorare le prestazioni maschili e a dimagrire, che venivano spacciati per farmaci autentici made in USA ma erano in realtà spediti dall'India.

Su questo spammer pesa anche una multa di 16 milioni di dollari inflittagli dalle autorità statunitensi per lo stesso motivo (la pagherà solo se mette piede negli USA). Anche la Nuova Zelanda lo vuole, per fargli pagare una sanzione di 100.000 dollari. Soltanto in Australia, Atkinson era riuscito a rompere le scatole così tanto con lo spam che ben centomila sue vittime si sono rivolte alle autorità australiane, meritandosi così una multa ulteriore di 210.000 dollari.

In combutta con vari complici a Cipro e nella repubblica asiatica della Georgia, Atkinson controllava una botnet di 35.000 computer infettati, capaci appunto di spedire 10 miliardi di messaggi al giorno. Secondo alcune stime citate negli atti processuali disponibili presso Spamhaus, si trattava della banda di spammer più pesante del pianeta, responsabile del 32% di tutto lo spam in circolazione nel 2008. Uno dei suoi complici, lo statunitense Jody Smith, affronterà i tribunali USA tra poco, rischiando fino a cinque anni di carcere.

Va notato che parte della severità dell'azione giudiziaria deriva dal fatto che la gang di spammer non si è limitata a molestare gli utenti sommergendoli di mail, ma dall'aver venduto prodotti farmaceutici contraffatti.

Fonti addizionali: Slashdot, BBC.

Acrobat e Reader, falla Javascript

Usate Acrobat o Reader? Meglio disabilitare Javascript in entrambi


Leggi un PDF e t'infetti. Sembra impossibile, visto che il PDF è un formato di sola lettura, eppure nei programmi Acrobat 9.2 e Reader 9.2 di Adobe, che gestiscono questo formato, c'è una falla critica, classificata come CVE-2009-4324 e segnalata qui da Adobe, che viene già sfruttata dai criminali online per installare software ostile sui computer delle vittime inconsapevoli del rischio.

La falla riguarda le versioni Windows, Macintosh e Unix del popolarissimo Reader gratuito e le versioni Windows e Mac di Acrobat (sì, sono a rischio anche i Mac). La correzione non sarà pronta prima del 12 gennaio prossimo, secondo quanto annunciato da Adobe.

Fino a quella data, se usate questi programmi e non volete essere esposti a questa vulnerabilità dovete disattivare le loro opzioni Javascript andando nelle loro preferenze, scegliendo la categoria Javascript e cliccando sulla casella di abilitazione del Javascript in modo da far sparire il suo segno di spunta.

Più in generale, è molto raro aver bisogno di usare Javascript dentro un documento PDF, per cui vi conviene tenere comunque Javascript disattivato nel Reader. Se per qualche ragione abbastanza insolita avete bisogno di tenerlo attivato ma volete comunque ridurre i rischi dovuti alla falla, potete usare i consigli tecnici provvisori di Adobe.

2009/12/17

Gioco: spiegate questi cerchi misteriosi

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "antonella.b" ed "elisabettapit****".


Se vi siete divertiti con questo quiz, cimentatevi con l'immagine qui sopra. Vediamo se anche qui alll'intelligenza collettiva dei lettori di questo blog bastano quattro minuti. Non vi offro nessun indizio, così magari il gioco dura un po' più a lungo.


La soluzione


Si tratta di un disegno tracciato nella sabbia del Nevada nel maggio del 2009, usando un camper e un GPS: ha una circonferenza di 14 chilometri e mezzo. La storia del progetto è descritta, con dovizia d'immagini, sul sito dell'autore, Jimdenevan.com. Complimenti a chi ha trovato la soluzione, e a tutti grazie di aver giocato, spero vi siate divertiti a scoprire le tecniche di ricerca che si possono usare per indagini come questa.

2009/12/16

Niente foto di Berlusconi ferito su Google? COMPLOTTO!

Sono davvero "sparite" da Google le foto di Berlusconi colpito?


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

So che mi impegolerò nella rissa politica, ma mi sono arrivate troppe richieste d'indagine per poter dire di no. Per cui prendo il toro per le corna, mi turo il naso e mi getto nell'arena. Bleah.

Sta circolando in Rete la voce che Google abbia rimosso dall'indice delle immagini le fotografie che ritraggono Berlusconi insanguinato dopo l'aggressione di domenica. La voce è giunta anche ai media tradizionali (Repubblica, La Stampa, ADNKronos, per esempio) ed è arrivata anche in Svizzera (Ticinonline). Lo stesso varrebbe anche per le immagini dell'aggressore e dell'oggetto che ha lanciato.

Ma sono sparite o non ci sono mai state? Google Italia dichiara di non aver fatto nulla e che le foto, a differenza dei risultati testuali, tendono a comparire in Google con un certo ritardo: "Aggiorniamo l'indice delle immagini regolarmente ma questa procedura richiede tempo, pertanto è possibile che immagini già comparse in articoli non siano immediatamente disponibili nei risultati della ricerca immagini su Google. Tuttavia, una volta che il motore di ricerca ha eseguito la scansione della pagine web, le immagini dovrebbero apparire".

Qualcuno ha prove del fatto che prima le foto c'erano?

Questa è una schermata della ricerca per immagini delle parole "Silvio Berlusconi Duomo" segnalata da ADNKronos, presa alle 21 di stasera (16 dicembre), a tre giorni dall'aggressione, con il SafeSearch disattivato:


Le immagini si riferiscono a eventi di parecchio tempo fa: le prime tre sono del 13 settembre 2009 (funerali di Mike Bongiorno, tenutisi in Duomo), del 9 luglio 2009 e del 3 dicembre 2007 (almeno a giudicare dalla data sulla pagina). Ma questi sono risultati condizionati dalla richiesta di includere la parola "Duomo".

Non va molto meglio chiedendo a Google Images solo il nome e cognome del premier: le prime tre immagini risalgono al 25 novembre 2009, al 10 maggio 2009 e addirittura al 19 agosto 2004. Ma allora, secondo la tesi di complotto, Google avrebbe fatto sparire anche tutte le immagini di Berlusconi delle ultime tre settimane, non solo quelle che lo ritraggono insanguinato. Improbabile.

Le immagini in questione sono invece presenti nella sezione News di Google insieme agli articoli dei siti di notizie ai quali sono associate: se si trattasse di censura, sarebbe un tentativo davvero maldestro.


Direi quindi che fino a prova contraria, l'accusa è infondata e i media e gli utenti della Rete stanno facendo molto rumore per nulla. La vera domanda da porsi, come nota lucidamente The Register, è come mai Google è così indietro sulla ricerca per immagini quando la concorrenza, come Bing e Yahoo, ha già indicizzato le foto dell'aggressione. Questo è l'unico merito di tutta la querelle: aver messo in evidenza una manchevolezza di Google.




Prima che me lo chiediate: no, non indagherò sui vari video che sostengono manipolazioni delle immagini TV e simulazioni di ferite. E non li linkerò, per non regalare pubblicità a queste scemenze totali.


2009/12/18 3:10


Cominciano a comparire in Google Images le prime immagini dell'aggressione. Direi che a questo punto parlare di complotto per nasconderle non ha molto senso. Se mai ne ha avuto.

Trovata sindone dell’epoca di Gesù: alle altre obiezioni sulla Santa Sindone si aggiunge il tessuto troppo chic

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2009/12/17.

Un gruppo di archeologi ha dichiarato di aver trovato un telo di sepoltura risalente ai tempi di Gesù e che non somiglia affatto alla tessitura della Santa Sindone. Lo segnala oggi la BBC.

I ricercatori provengono dalla Hebrew University e da istituti canadesi, britannici, australiani e statunitensi: i dettagli e i nomi degli scienziati sono in questo articolo del Jerusalem Post e nel rapporto linkato più sotto). Hanno scoperto, in una tomba a Gerusalemme risalente all'epoca di Gesù, vicino a dove la tradizione vuole che Giuda si sia suicidato, un cadavere attribuito a un alto sacerdote ebreo o ad un membro dell'aristocrazia, morto di lebbra. Si tratta del più antico caso di lebbra mai documentato da analisi del DNA.

Il corpo era avvolto nei frammenti residui di un telo formato con una semplice tessitura bidirezionale, molto differente dalla trama complessa del telo della Sindone di Torino che alcuni sostengono essere il telo che avvolse il corpo di Gesù.

I risultati di questa nuova scoperta sono pubblicati nel numero del 16 dicembre 2009 di PLoS One, la rivista della Public Library of Science, un'organizzazione non-profit statunitense di scienziati e medici. L'articolo, disponibile online, s'intitola Molecular Exploration of the First-Century Tomb of the Shroud in Akeldama, Jerusalem, e si occupa principalmente degli aspetti biologici del ritrovamento.

Sarà interessante vedere come i tifosi della Santa Sindone giustificheranno il fatto che il figlio di un falegname fu avvolto in un telo chic mentre un alto prelato fu insacchettato in uno scampolo da straccivendolo. Sia chiaro: l'autenticità o natura soprannaturale della Sindone non viene smentita solo sulla base di questo indizio, perché ve ne sono molti altri, citati nei commenti e in un elenco parziale qui sotto, ma la questione della tessitura del telo di confronto è un altro ostacolo nella gimcana che gli "autenticisti" della Sindone si trovano ad affrontare. Non è ora di arrendersi all'evidenza? La Chiesa lo ha già fatto sin dai tempi della datazione al radiocarbonio.

Tutte le volte che riemerge la diatriba sulla Sindone, non posso fare a meno di pensare che Douglas Adams aveva visto giusto: ogni presunta prova di divinità vanifica il concetto di fede. Se ci sono prove concrete, oggettive, di un atto divino, allora credere non è più una scelta sofferta, ma è l'ovvia conseguenza di una banale osservazione di fatto, e non comporta più alcuno sforzo.


Aggiornamento (18:10)


Un lettore, Gian Marco (che ringrazio), mi segnala che i frammenti di tessuto ritrovati in questa tomba sono stati già descritti in passato. Mentre il nuovo articolo parla solo di ricerche mediche, di biologia molecolare, di analisi di DNA e simili, con soltanto un accenno al tessuto, il primo articolo sulla scoperta di questa tomba fu pubblicato nel 2000.

Su Scienza e Paranormale n. 81 (settembre/ottobre 2008) c'è un interessantissimo articolo di Antonio Lombatti, esperto di archeologia biblica, che parla anche della sindone di Akeldama: si tratta sempre degli stessi frammenti di tessuto citati sopra. L'articolo tocca e sbufala anche questioni classiche della sindonologia, come la presunta usanza ebraica delle monete sugli occhi, la tecnica di legatura dei morti e le modalità di crocifissione.


Gli argomenti contrari all'autenticità della Sindone (2009/12/19)


Visto l'ampliarsi della discussione e l'accendersi della polemica, riassumo qui le principali obiezioni che spingono a considerare la Sindone un falso, sia nel senso che non è il sudario di Cristo, sia nel senso che non è un oggetto dalle proprietà soprannaturali. Questo è soltanto un elenco sommario, suscettibile di revisioni ed ampliamenti.

  1. Il vescovo di Troyes la ritenne subito un falso quando la Sindone comparve intorno al 1357 in Francia.
  2. Fu ottenuta la confessione del falsario. Nel 1389, il vescovo di Lirey informò Papa Clemente VII (papa avignonese o antipapa) che il suo predecessore, Henri de Poitier, aveva ottenuto la confessione dell'artista che aveva dipinto il telo subtili modo (astutamente).
  3. L'antipapa Clemente VII vietò di descrivere la Sindone come autentica. In una bolla del 6 gennaio 1390, permise le ostensioni purché si precisasse ad alta voce che si trattava di una pittura o raffigurazione, ma non del sudario vero e proprio (dettagli).
  4. I Vangeli non concordano sulla natura del telo: un Vangelo (Giovanni) descrive Gesù avvolto da fasce sovrapposte e da un sudario a parte per il volto (Giovanni 20:6-7), come per Lazzaro (Giovanni 11:43-44), ma parla anche anche di lenzuolo singolo (Giovanni 19:40-41); gli altri parlano solo di lenzuolo singolo (Matteo 27:59-60; Marco 15:46; Luca 23:53).
  5. Per ben 1300 anni non ci sono tracce di un reperto così prezioso.
  6. Era differente la tecnica di sepoltura dell'epoca nell'area di Gerusalemme, documentata dagli archeologi, era differente da quella mostrata dalla Sindone:
    a) i cadaveri venivano avvolti collocando le braccia allungate lungo il tronco, non incrociandole a coprire i genitali;
    b) i cadaveri venivano avvolti strettamente nel telo, con collo, polsi e caviglie avvolte da ulteriori bendaggi, non appoggiando il telo di piatto.
  7. La Sindone è differente dall'unica sindone archeologica trovata a Gerusalemme e sicuramente risalente all'epoca di Cristo, la sindone di Akeldama, per due aspetti fondamentali:
    a) il materiale è diverso (la Sindone è di lino, quella di Akeldama è di lana);
    b) la tessitura è diversa (la Sindone è a spina di pesce 3:1, quella di Akeldama ha struttura 1:1).
  8. In quanto alle immagini di monetine rinvenute sulle palpebre del volto sindonico da alcune analisi:
    a) non era usanza locale collocare monete sulle palpebre del defunto;
    b) i dettagli riconosciuti da alcuni studiosi sono più fini della trama del tessuto, che quindi non li può contenere; si tratta quindi di illusioni di percezione (pareidolia) basate oltretutto su fotografie molto vecchie e sbiadite, sottoposte ad elaborazioni esasperate che producono dettagli inesistenti. Scansioni a maggiore risoluzione effettuate nel 2002 hanno smentito la presenza di monete sulle palpebre.
  9. La maggiore visibilità dell'immagine sindonica in negativo (per esempio quando la si guarda nel negativo di una sua fotografia su pellicola) è il normale risultato che si ottiene con il negativo di qualunque immagine sbiadita: l'occhio umano percepisce meglio dettagli chiari su fondo scuro che dettagli scuri su fondo chiaro.
  10. La tridimensionalità del volto sindonico se sottoposto ad elaborazione al computer non è inspiegabile: ricalca quella che si ottiene elaborando nello stesso modo l'impronta di un bassorilievo che raffiguri un volto.
  11. La datazione al radiocarbonio effettuata nel 1988, che colloca la Sindone intorno al 1300, fu commissionata dalla Chiesa, che scelse i tre laboratori indipendenti incaricati della datazione. Tutti e tre diedero risultati concordi, che furono accettati dal cardinale Ballestrero.
  12. Il carbonio aggiunto non può "ringiovanire" il telo. L'incendio del 1532 e le contaminazioni successive non possono aver fissato sulla Sindone così tanto carbonio nuovo da alterarne di 1300 anni la datazione. L'autore russo che propose quest'ipotesi inventò nomi di scienziati, musei, laboratori e riviste inesistenti per darsi credibilità.
  13. L'immagine sul telo sindonico può essere replicata senza pennellate usando come "tampone" un volontario e adoperando materiali e tecniche disponibili in epoca medievale, se si ha l'accortezza di usare un bassorilievo per imprimere il volto (dettagli).
  14. Il presunto ritrovamento di pollini mediorientali sulla Sindone, che ne documenterebbe e daterebbe il viaggio da Gerusalemme, è opera della stessa persona, il criminologo Max Frei, che "autenticò" i diari di Hitler risultati poi falsi. I suoi metodi e risultati non sono mai stati pubblicati su una rivista scientifica e non si sono mai viste immagini di questi pollini. I palinologi (gli esperti di polline) sostengono che l'identificazione della varietà delle piante che crescevano a Gerusalemme asserita da Frei è impossibile.
  15. Il rammendo invisibile che avrebbe tratto in inganno la datazione al radiocarbonio (perché effettuata proprio su un pezzetto di tessuto aggiunto nel 1300) non ha senso dal punto di vista logico (gli altri rammendi del 1532 sono molto vistosi e grossolani); inoltre durante il prelievo dei campioni per la datazione nel 1988 erano presenti esperti tessili, nessuno dei quali vide rammendi. Nessuna traccia di rammendi invisibili neppure nel restauro del 2002.

Censura e filtri? Buona fortuna

Filippica: furori Facebookiani fomentano filtri futili, facili follie


È colpa di internet. È sempre colpa di Internet. È sempre tutta colpa di Internet. Ogni volta che avviene qualche evento violento clamoroso, tutti corrono a dare la colpa alla Rete e invocano il bisogno di censure, controlli, classificazioni, schedature e filtraggi. Dopo l'aggressione a Berlusconi è tutto un fiorire di proposte di imbrigliare Internet e di leggi ad hoc per punire l'istigazione a delinquere commessa online e per l'apologia di reato in Rete. In Italia si parla di chiudere i siti Internet istigatori di violenza e di istituire filtri per la navigazione.

Come no: nascondiamo il problema, e il problema d'incanto sparirà. Mai mostrare foto di Carnera a terra, eccetera, eccetera. Tanto varrebbe proporre di ridurre le aggressioni violente vietando la vendita di modellini kitsch del Duomo di Milano, cosa che un pregio perlomeno l'avrebbe: quello di eliminare la piaga sociale dei souvenir di cattivo gusto.

Semmai sarebbe ora di guardare i fallimenti dei tentativi di censura e di controllo persino nei regimi più totalitari prima di imbarcarsi nel reinventare la ruota. Se neppure Cina, Egitto e Iran riescono a mettere in piedi barriere efficaci, farlo in un paese europeo non ha alcuna speranza di successo e avrebbe dei costi sociali enormi.

E sarebbe ora di guardare in faccia la realtà. È facile puntare il dito contro Internet, come se giornali e TV fossero luoghi nei quali la discussione è invece gestita in punta di forchetta, con una pausa per sorseggiare il tè prima di rispondere garbatamente alla dotta considerazione di un illuminato interlocutore dalle parole squisitamente misurate. Prima di chiedere pulizia in casa d'altri, sarebbe magari opportuno annusare l'aria in casa propria e chiedersi se per caso aver installato uno spandiletame in soggiorno possa aver lasciato qualche schizzo anche sul tappeto buono.

Trovo invece esemplare la lezione di vita impartita agli utenti di Facebook dal voltafaccia operato da alcuni gruppi del social network. Prima hanno raccolto centinaia di migliaia di adesioni spacciandosi per gruppi pro-terremotati, pro-gattini abbandonati e pro-rivogliamo-le-mezze-stagioni, poi hanno cambiato nome (un concetto tecnico che alcuni giornalisti non hanno capito, immaginandosi improvvise solidarietà organizzate magicamente online), schierandosi con Berlusconi o con il suo aggressore. Così chi sperava di salvare il mondo con una cliccata in Facebook s'è trovato improvvisamente sostenitore dell'agiografia più sfrenata o dell'istigazione al getto balistico di cattedrali.

Ancora una volta la Clausola del Gatto Sitwoy ha colpito con precisione darwinianamente chirurgica: davvero a nessuno era venuto in mente che dare la propria adesione pubblica, con tanto di proprio nome e cognome, a un'iniziativa priva di qualunque efficacia pratica, lanciata da un promotore anonimo, in un social network che cambia le proprie regole con la stessa facilità con cui si cambiano i calzini (rinominare un gruppo di Facebook prima non era ammesso, a quanto mi risulta), potesse prestarsi a qualche tiro mancino o strumentalizzazione?

Se è così, non ci resta che piangere.

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