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2013/04/07

48 ore di sfide aperte NASA/ESA a Roma il 20-21 aprile. Siateci: potreste fare la differenza [UPD 2013/04/09]

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

C'è tanta gente che aspetta che le soluzioni piovano per magia dall'alto, grazie alle pensate di qualche comitato di saggi, e c'è gente che preferisce non aspettare, si rimbocca le maniche e fa. C'è chi lo chiama crowdsourcing e ci si sciacqua soltanto la bocca, e chi non perde tempo a chiamarlo e lo fa e basta.

L'innovazione dal basso, quella che nasce dalle idee dei cittadini, sembrerebbe un approccio sovversivo e malvisto dai governi, ma non è sempre così; non per tutti i governi, perlomeno. A Roma, al Dipartimento d'ingegneria della Sapienza, e in più di 70 altre città del mondo, il 20 e 21 aprile, questo approccio verrà incoraggiato nientemeno che dalla NASA e dall'Agenzia Spaziale Europea. Siete tutti invitati a collaborare: insegnanti, studenti, artisti, ingegneri, comunicatori, scienziati, smanettoni del software e dell'hardware.

Sto parlando dell'International Space Apps Challenge: due giorni di brainstorming e di incontri per fare lo sviluppo tecnologico, che si terranno in sette continenti e nello spazio, riunendo in varie città del mondo (e anche virtualmente) persone che vogliono realizzare soluzioni open source alle sfide globali, da affiancare a quelle di chi, silenziosamente, lavora nel mondo della ricerca convenzionale e a volte si trova ostacolato dalla burocrazia e dal pantano della proprietà intellettuale.

L'evento mi è stato segnalato dall'astronauta italiana Samantha Cristoforetti, che dalla Russia mi ha spedito queste parole: “Chiunque si appassioni quando c'è un problema da risolvere e ami il lavoro di squadra è benvenuto a Space Apps Challenge, indipendentemente dalle proprie competenze. Spesso si pensa che lo sviluppo di tecnologia sia appannaggio degli addetti ai lavori. Space Apps Challenge invita invece tutti a riappropriarsi del mondo della tecnologia, offrendo un ambiente collaborativo e internazionale in cui sviluppare soluzioni concrete che diano un contributo positivo al programma spaziale nelle sue più svariate incarnazioni. Il tutto divertendosi!”.


Samantha ha anche registrato questo video d'invito al Challenge:


Le sfide proposte sono una cinquantina, su tantissimi temi: dalla stampa 3D all'identificazione distribuita delle meteore tramite app per telefonini; dalla costruzione di microsatelliti alla produzione di app e video per illustrare i vantaggi forniti dall'esplorazione spaziale; dalla divulgazione scientifica all'arte; dalla lotta all'inquinamento alla sostenibilità. Tutto secondo licenze d'uso open.

Milano ieri (fonte: Repubblica)
La NASA, l'ESA, la JAXA, l'ASI, l'EPA e altri enti governativi internazionali mettono a disposizione la propria immensa collezione di dati e immagini. L'International Space Apps Challenge è anche un'occasione per incontrare e creare legami con altre persone geek come noi, per non arrendersi all'idea che al mondo esistano, e nei media si vedano, soltanto i rintronati che credono alle panzane vendute da Voyager, alle “scie chimiche” e alle prediche dei catastrofisti e degli imbroglioni anti-vaccini, e pensano di salvare il mondo con uno striscione.

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