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2015/07/15

Plutone sempre più spettacolare

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/07/16 23:30.

2015/07/15 23:20. Poco fa sono state rese pubbliche le prime immagini che sono state trasmesse dalla sonda New Horizons dopo aver attraversato indenne il sistema di Plutone. Ne trovate molte altre qui, ma volevo segnalarvene alcune che sono incredibili e sorprendenti.

Avete presente la bellissima immagine di Plutone pubblicata ieri? Guardate il rettangolino evidenziato qui sotto a sinistra: è mostrato in dettaglio a destra. Mica male come risoluzione, vero? Il dettaglio è stato fotografato da 77.000 chilometri di distanza da Plutone.



Qui sotto trovate l'immagine a risoluzione originale. L'ho ruotata per dare una direzione più normale alle ombre.

Image Credit: NASA-JHUAPL-SwRI


Si nota subito un'anomalia importante: non si vedono crateri. Un mondo come Plutone dovrebbe aver subìto miliardi di anni di bombardamento da parte di meteore e asteroidi e quindi dovrebbe essere costellato di crateri di ogni dimensione, eppure qui non se ne vedono. Una possibile spiegazione, secondo le prime considerazioni pubblicate dalla NASA, è che la superficie sia geologicamente giovane: non più di circa 100 milioni di anni, ossia niente rispetto all'età del sistema solare, stimata in 4,5 miliardi di anni. Qualcosa, insomma, rimodella continuamente la superficie di Plutone e spiana i crateri d'impatto.

Un altro aspetto intrigante è la presenza inattesa di montagne: gli esperti non sanno, per ora, quale meccanismo invocare per spiegarne la formazione. Non possono ricorrere alle interazioni gravitazionali con un corpo celeste molto più grande che crei forze di marea, come avviene per le lune dei pianeti giganti, perché Plutone non orbita intorno a un mondo più grande; inoltre il suo satellite Caronte non crea effetti di marea significativi perché è in rotazione sincrona (fisso rispetto alla superficie di Plutone).

Le montagne sono probabilmente composte da ghiaccio d'acqua, che costituisce gran parte della crosta di Plutone. La superficie di questo mondo è coperta in gran parte da metano e azoto ghiacciati, che non sono strutturalmente robusti abbastanza da formare montagne, neanche con la modesta gravità di Plutone. Il ghiaccio d'acqua, invece, è robusto quanto basta, specialmente alle gelide temperature locali. Si tratterebbe, insomma, di enormi montagne d'acqua ghiacciata che affiorano da una coltre di metano e azoto solidificati.

Anche Caronte ha rivelato sorprese, spiega sempre la NASA: scarpate e avvallamenti lunghi circa 1000 chilometri che lo solcano (da sinistra a destra in questa foto) e un immenso canyon profondo da 7 a 9 chilometri (in alto a destra). Anche qui scarseggiano i crateri, segno che anche Caronte ha una superficie geologicamente attiva e giovane. La chiazza scura nella zona del polo nord è probabilmente un deposito di materiale più scuro sotto il quale c'è un rilievo netto e spigoloso. Il colore è preso da un'immagine a minore risoluzione.

Image Credit: NASA-JHUAPL-SwRI


2015/07/16. È stata rilasciata un'altra immagine di un dettaglio di Caronte: la potete vedere qui sotto e copre in verticale circa 390 chilometri. Qui qualche cratere c'è, ma in compenso c'è un altro particolare intrigante. In alto a sinistra, nel dettaglio, si nota un avvallamento nel quale si erge un picco enorme rispetto all'avvallamento stesso. Quale fenomeno può averlo formato? Per ora non si sa.

Image Credit: NASA-JHUAPL-SwRI


Altre immagini e altri dati scientifici verranno presentati il 17 luglio.

È incredibile pensare che fino a pochi mesi fa tutto questo era soltanto un puntino anche nel più potente dei telescopi e ora è un mondo tridimensionale con una geografia e una geologia. La NASA ha preparato l'animazione che vedete qui sotto e che riassume i progressi fatti, partendo dalla prima osservazione di Clyde Tombaugh nel 1930, passando per le immagini del telescopio spaziale Hubble dagli anni Novanta in poi e arrivando alle immagini di questi giorni.



E il bello deve ancora venire: queste sono solo le prime immagini d'assaggio, accompagnate dai primi dati spettroscopici. Il resto arriverà nel corso dei prossimi mesi, mentre New Horizons prosegue il proprio viaggio verso i confini del sistema solare.

Ci si aspettava di incontrare un globo antichissimo e statico, come la nostra Luna, e invece l'universo ha saputo sorprenderci con un mondo geologicamente attivo. Non c'è che dire: è proprio vero che “Da qualche parte, c'è qualcosa d'incredibile che attende di essere scoperto” (frase attribuita da molti – anche da me nella prima stesura di questo articolo – a Carl Sagan ma in realtà coniata dalla giornalista Sharon Begley). Oggi è uno di quei giorni in cui quest'attesa finisce. E ne inizia un'altra: quando torneremo a visitare Plutone?

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